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CANTONE STANA TUTTI

Il Presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, voluto dal Premier Renzi per controllare principalmente le gare di appalti pubblici, continua con la sua opera di pulizia del malaffare italico scoprendo mondi sommersi in una galassia d’ipocrite figure statali. Ultima delle sue denunce è quella dei commissari nominati per gestire le gare di appalto truccate. Commissari che hanno retribuzioni pari a quelle degli amministratori giudiziari, cioè i manager che vengono messi a gestire i beni sequestrati alla mafia. Cantone lancia l’allarme sulla mancanza di una legge mirata a precisare le retribuzioni dei commissari degli appalti truccati gettando ombre sulla figura degli amministratori giudiziari. Tali amministratori sarebbero nominati dallo Stato per rendere fruibile alla società la gestione dei beni confiscati, per creare ricchezza e posti di lavoro, ma che nella realtà dei fatti sembrerebbero invece il solito specchietto delle allodole dove i nominati fanno solo il solito vecchio cinico e antisociale interesse personale. Cantone chiede con urgenza un intervento legislativo che superi un obsoleto decreto ministeriale che prevede un guadagno di almeno l’uno per cento sulle attività e i beni gestiti, più altre entrate derivanti dall’appartenenza ai consigli di amministrazione. Bisogna attendere la risposta di quel Governo che ha nominato l’Alto Commissario Cantone che più va avanti e più scopre nuovi modi per fregare lo Stato e, quindi, anche i cittadini italiani.
Andrea Paolucci
11 settembre 2017
11 settembre 2017
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